06/04/2021 / NAZIONALE-REGIONALE di molfettalive.it

Disabilità e sport: ''Sogno una Molfetta polo attrattivo''

Le parole di Pietro Camporeale, tecnico FISDIR Puglia e tecnico allenatore di II livello di atletica leggera

 

 

Tutti siamo rimasti incollati in tv per ammirare le gesta di Alex Zanardi. Tutti ci soffermiamo per vedere con quanta leggerezza un'atleta paralimpico porta a termine la propria gara. Ma perchè lo sport e la disabilità è un binomio che deve rafforzarsi nel tempo? Esiste uno sport preciso per ciascun tipo di disabilità? Sono tanti i quesiti quando vediamo persone "speciali", raggiungere traguardi e risultati ancor più speciali.

"Lo sport è uno degli elementi importanti, in ambito educativo, per bambini e ragazzi con disabilità cognitiva - le parole del referente area atletica leggera FISDIR Puglia e tecnico allenatore di II livello di atletica leggera, Pietro Camporeale - Lo sport si può tranquillamente affiancare alle terapie, intese come percorsi educativi. L'importante è garantire un lavoro organizzato e strutturato con personale qualificato, valutazioni criteriali iniziali, percorsi individuali e graduali, portando l'utente via via ad una dimensione di gruppo".

E per un lavoro di qualità, si parte dalla base, l'impiantistica sportiva. "Molfetta, fortunatamente, per la disciplina sportiva di cui mi occupo, l'atletica leggera, si può ritenere molto fortunata. C'è stata una rivalutazione in toto dell'impiantistica e continueranno ad ampliarsi e a modernizzarsi altri impianti di altre discipline. L'atletica leggera, oggi, permette di fare un buon lavoro, anche innovativo, per la disabilità intellettiva di cui io mi occupo", il commento.

Fondamentale, però, è il ruolo della famiglia. "La famiglia vuole subito il proprio figlio inserito in un gruppo, quindi incluso. Questo è un processo step by step: senza prerequisiti, lo sport non fa bene, ma crea frustazione e può portare nuovi problemi. Insieme ad analisti del comportamento si può costruire un percorso che porta, come obiettivo finale, all'inclusione sociale dell'utente - l'analisi di Pietro Camporeale - I problemi di oggi sono i costi: per creare un lavoro di qualità è importante relazionarsi con diversi esperti, in diverse materie, come allenatori, fisioterapisti, analisti del comportamento, psicologi e questo ha un costo che le famiglie si ritrovano a dover sopportare personalmente, senza poter attingere a nessun contributo. Si crea un certo servizio d'èlite: a questo servizio possono accedere bambini con disabilità le cui famiglie possono sostenere certe spese".

Ma lo sport, per i ragazzi disabili, da solo non basta. "Un progetto fiore all'occhiello della FISDIR e del comitato paralimpico è il lavoro nelle scuole, lavorando a stretto contatto con i docenti di educazione fisica, finalizzato alla sensibilizzazione: per il ragazzo disabile, lo sport non deve essere inteso solo come l'ora di educazione fisica", le parole del referente atletica leggera FISDIR Puglia.

Proprio la nascita di federazioni che hanno a cuore lo sport e la disabilità, è stato il grande punto di svolta. "Molte famiglie non sanno dell'esistenza della FISDIR, del Comitato Paralimpico e di associazioni stutturate per avviare percorsi di attività motoria base, utile per il benessere psicofisico dell'utente, che può portare, in un secondo momento ad una disciplina sportiva che può essere agonistica o promozionale. Parola d'ordine: informazione e sensibilizzazione, per questo nascono progetti anche nelle scuole", le parole di Pietro Camporeale.

E nonostante le difficoltà sanitarie, lo sport per gli amici "speciali" non si è mai fermato. "La federazione e il CONI stanno garantendo almeno le manifestazioni importanti. I nostri atleti di AllenaMenti si allenano nel rispetto dei protocolli covid. Fortunamente pratichiamo all'aperto atletica leggera e le famiglie hanno accettato di portare i ragazzi al campo. Nonostante il covid, abbiamo assicurato un lavoro innovativo e importante per l'utente. Abbiamo solo saltato allenamenti causa meteo avverso, prontamente recuperati. Questo funziona se hai disponibilità dell'impiantistica, massima organizzazione e serietà degli allenatori e complicità con le famiglia. Inutile dirlo: i ragazzi vogliono allenarsi sempre perchè si divertono".

Ma si divertono e sognano anche i coach e i responsabili dei ragazzi. "Molfetta può diventare un polo di atletica leggera importante anche per quanto riguarda la disabilità. Ci piacerebbe estendere a più famiglie possibili questo servizio", chiude Pietro Camporeale.

Allenatori speciali per utenti speciali. Per sport tradizionali. Questa è la magia che crea lo sport: laddove c'è una barriera, c'è sempre un mezzo per superarla e abbracciarsi per celebrare un trionfo.

 

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